Brexit: la storia di un divorzio

La premier britannica Theresa May concorda con l’Unione europea che il Regno Unito aderirà alle quattro libertà richieste per poter partecipare al mercato unico europeo anche dopo il 29 marzo 2019, finché non troverà una soluzione per poter controllare il flusso di merci e persone da e verso l’Irlanda, senza implementare controlli di frontiera.

L’accordo sulla Brexit non sono altro che quindici pagine che permetteranno ai rappresentanti dei 27 paesi dell’Unione Europea di cominciare i negoziati che porteranno all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La firma è stata annunciata l’8 dicembre dal presidente della Commissione UE, Juncker e il primo ministro inglese Theresa May.

I punti discussi sono stati tre: la questione economica, i confini in Irlanda e i diritti dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna.

Ai cittadini europei arrivati prima della Brexit sarà concesso di rimanere a studiare o a lavorare in Inghilterra, conserveranno il diritto alla riunificazione della famiglia e verrà loro applicato il diritto britannico in corti britanniche. L’ultima parola, però, sarà della Corte di giustizia europea nell’interpretazione della legislazione dell’Unione. I giudici britannici potranno rivolgersi alla Corte per questioni di interpretazione delle norme sui cittadini entro 8 anni dalla loro entrata in vigore.

Per quanto riguarda la questione economica, Londra verserà nelle casse dell’Unione Europea fra i 40 e i 60 dovuti al fatto che la Gran Bretagna aveva già degli impegni di spesa con l’Europa per cui gli inglesi dovranno contribuire tra il 12 e il 15%.

Il punto più temuto era la questione del confine fisico fra la Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord. Il premier May ha assicurato che non ci sarà nessun confine fisico a bloccare un’economia che è interdipendente e che sarà mantenuta l’integrità del Regno Unito con uno statuto speciale per l’Irlanda del Nord.

Il periodo di transizione richiesto dal Regno Unito è di due anni, fino al 2019. In questi due anni la Gran Bretagna sarà obbligata a rispettare le leggi (comprese quelle nuove) dell’Europa, gli impegni di bilancio e la supervisione europea.

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