Concorrenza sleale: il Dumping

Nel linguaggio economico, il dumping è la vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno. Si parla in tal caso anche di discriminazione del prezzo. Questo fenomeno potrebbe rappresentare un potente strumento di lotta commerciale per la conquista di mercati esteri, ma provoca in genere l’erezione di barriere doganali difensive (dazi antidumping).

Il termine Dumping indica l’atto di vendere un bene o un servizio su un mercato estero ad un prezzo minore rispetto a quello che avrebbe lo stesso prodotto nel mercato di esportazione.

Questa azione rientra nella concorrenza sleale in quanto, per l’azienda che lo mette in atto, il dumping porta a creare un monopolio togliendo alle altre aziende l’opportunità di entrare nel medesimo mercato. Per questo motivo sono state tracciate una serie di misure antidumping volte ad evitare che sussista una concorrenza sleale. A seconda della frequenza con cui si applica il dumping può essere:

  • continuo, quando il produttore nazionale, di norma monopolista nel proprio paese, vende sistematicamente all’estero ad un prezzo inferiore rispetto al prezzo praticato sul mercato interno dove, invece, è l’unico fornitore;
  • predatorio, quando la vendita di un bene temporaneamente sottocosto o a un prezzo più basso all’estero è finalizzata a spingere i produttori esteri fuori mercato per poi poter elevare in un secondo momento i propri prezzi ed avvantaggiarsi cosi del potere di monopolio acquisito;
  • sporadico, quando la vendita di merce all’estero è pel lo più sporadica volta a disfarsi di eventuali eccedenze di magazzino senza dover ridurre i prezzi interni.

La disciplina antidumping in ambito comunitario (originariamente prevista a norma dell’articolo 91 del Trattato di Roma), postula che in un “mercato comune” realizzato il principio della libera circolazione delle merci Rifiuta, almeno teoricamente, la possibilità di vendere a prezzi diversi da uno stato all’altro(l’articolo 91 è stato abrogato con il Trattato di Amsterdam ed vendite a prezzi diversi nei paesi della comunità europea sono sanzionate in base alle norme contenute nei trattati).

Le vendite in dumping sono state disciplinate dalle norme internazionali antidumping in quanto capaci di causare gravi distorsioni sul mercato di importazione e di attribuire un vantaggio all’impresa importatrice nei confronti di altri soggetti (produttori o esportatori) che operano nel mercato di importazione per lo stesso bene o servizio.

Può anche nascere il rischio che in alcuni stati, le aziende nazionali possano aprire delle procedure antidumping , se i prezzi delle industrie straniere siano al di sotto dei costi di produzione o se tali prezzi mettano in pericolo le imprese nazionali, vi è il rischio concreto che l’apertura di una procedura antidumping sia effettuata in funzione della esclusiva volontà di ostacolare potenziali concorrenti stranieri.

Fonte: L’impresa nei mercati esteri

           Guida all’internazionalizzazione

          Autori Gambino Alessio, Di Pinto Mariella 

           — IPSOA — Anno 2016

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